LGBTQ E LIBERTA’

Quando, solitamente, parliamo di libertà ci riferiamo alla libertà di professare la propria religione, di espressione, di stampa, alla libertà civile, politica e sociale più in generale. Mi preme fortemente sottolineare come la domanda che più frequentemente viene posta è se siamo liberi. In questo caso si parla di libertà sostanziale. La vera questione è: ci sentiamo veramente liberi? Viviamo in un Paese capitalista, siamo a stretto contatto, quotidianamente, con i pregiudizi e giudizi di una società massificata, idealizzata che, spesso, si presenta come un ostacolo difficile da superare quando tentiamo di affermare noi stessi o le nostre idee.
Per comprendere al meglio il reale significato della parola “libertà” possiamo ricorrere alla definizione che ci fornisce il vocabolario Treccani: “In senso astratto e più generale, la facoltà di pensare, di operare, di scegliere a proprio talento, in modo autonomo; cioè, in termini filosofici, quella facoltà che è il presupposto trascendentale della possibilità e della libertà del volere, che a sua volta è fondamento di autonomia, responsabilità e imputabilità dell’agire umano nel campo religioso, morale, giuridico”.
Vorrei concentrarmi e analizzare la questione riguardante la situazione omofobia e libertà in Italia. Il Parlamento Europeo l’11 Marzo del 2021 ha proclamato l’Unione europea come zona di libertà per le persone LGBTQ (2021/2557(RSP)). Nonostante l’emanazione di questo decreto l’omofobia in Italia ancora oggi è una questione seria. Dall’inizio del progetto “Cronache di ordinaria omofobia”, avviato nel 2013, sono state registrate 1554 vittime di omofobia di cui ben 157 nell’ultimo anno.

Secondo lo studio svolto da Omofobia.org “Cronache di Ordinaria Omofobia” tra il 1° maggio 2021 e il 1° maggio 2022, almeno 148 vittime hanno esplicitamente sporto denuncia alle Forze dell’Ordine per fatti penalmente rilevanti senza contare 40 ospiti di “Case Rifugio” per persone LGBT+ di Torino, Milano, Roma e Napoli.

Il luogo in cui si perpetrano maggiormente atti di omofobia sono la strada, che si conferma come l’ambiente preferito per questo tipo di incursioni, il 62% (in vie, piazze e in stazioni ferroviarie).
Diminuisce, invece, il numero di episodi avvenuti in famiglia, dalle 35 vittime nel 2020/2021 alle 18 vittime del 2021/2022; a scuola si passa dal 4% all’1%; nei luoghi di lavoro dalla media del 5% ad un attuale 2%; sul web diminuisce dalle 37 alle 17 vittime ed, infine, si dimezza la percentuale di episodi omofobi verificatisi in ambienti religiosi.
E’ importante sottolineare come diversi episodi avvenuti per strada si sono verificati all’uscita da ambienti scolastici e lavorativi. L’omofobo sembra essere un individuo tendente a rispettare formalmente le regole in luoghi istituzionalizzati, per poi sfogare la propria violenza in un secondo momento.
La giornata internazionale contro l’omofobia e la transfobia, riconosciute il 17 maggio 2004 dalle Nazioni Unite e dall’Unione europea e istituita sulla base del principio d’uguaglianza e di non–discriminazione, costituisce un elemento fondamentale della protezione dei diritti umani garantiti dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo e si occupa di sensibilizzare riguardo al fenomeno dell’omofobia e combattere ogni tipo di discriminazione.

Gaia VG

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