La Giornata Paralimpica

Le Paralimpiadi o Giochi paralimpici, sono una manifestazione sportiva per atleti con disabilità fisiche. I primi giochi paralimpici riconosciuti si disputarono nel 1960 a Roma,  dal 2021 si svolgono sistematicamente ogni anno,  a seguito di un accordo siglato tra il Comitato Olimpico Internazionale e il Comitato Paralimpico Internazionale che garantisce che la città ospitante le Olimpiadi organizzi anche i giochi paralimpici.

Anche il Liceo Scientifico Volterra ha deciso di organizzare “La giornata Paralimpica” sabato 5 maggio. Ovviamente non si sono disputate vere e proprie sfide, ma si è trattato di una giornata di formazione sportiva, supportata da tecnici esperti appartenenti a diverse associazioni sportive, che hanno avvicinato gli studenti a varie discipline quali il sitting volley, il tennistavolo paralimpico, il basket in carrozzina, il calcio ciechi e la scherma.

La mia classe è stata invitata a conoscere meglio il basket in carrozzina ed in palestra ci hanno fatto una dimostrazione, ci hanno spiegato le regole e hanno giocato una piccola partita, invitandoci anche a provare. E’ stato per me molto importante fare esperienza di una realtà che non conoscevo. Ho apprezzato il coraggio di questi ragazzi che, nonostante la loro disabilità, si mettono in gioco  ed invece di considerarla un limite la trasformano nella loro forza. 

Per capire meglio questo sport ed il messaggio di questa giornata abbiamo intervistato Alessandro, rappresentante di istituto e organizzatore della giornata paralimpica. 

Scrittura in grassetto = intervistatore

<<Il basket per te è uno sport o una passione?>>

<<Sicuramente è iniziato come passione, ma poi si è tramutato nel mio sport semiprofessionale.>>

<<Parlaci di come questo sport sia stato importante per te.>>

<<Io ho sempre giocato a basket, ho iniziato già da piccolo con il basket in piedi, ho fatto 9 anni di basket spostandomi anche da dove abito, io sono di Pavona e inizialmente giocavo lì vicino, alla “Virtus Pavona”, per poi andare a Roma a giocare a San Paolo. Appena ho fatto l’incidente, una sera, proprio tornando dagli allenamenti di basket, ho avuto la fortuna di trovarmi ricoverato nella struttura ospedaliera della fondazione Santa Lucia, dove lo sport è visto anche come terapia, così non ho mai smesso di giocare. 

<<Vuoi trasmettere un messaggio ai ragazzi riguardo la tua esperienza?>>

<<Certo!! Il mio messaggio è di non aver paura di fare: volevo realizzare questo evento e ci sono riuscito. Devi mettere tutte le tue energie in quello che vuoi fare senza aver paura delle difficoltà, perché alla fine ognuno può fare qualcosa con le proprie scelte, le proprie idee. Devi essere quello che sei, soprattutto noi studenti, senza paura di andare male a scuola, dei voti, di quello che possa pensare una persona accanto a te. Se tu pensi che quella sia la cosa giusta da fare e credi che alla fine possa diventare una cosa positiva anche per gli altri allora non bisogna aver paura del percorso, FALLO FINO ALLA FINE.>>

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