Tutti sono liberi di manifestare il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione, e il popolo francese, in questo ultimo periodo, ha deciso di avvalersi di questo diritto fondamentale dell’uomo. In Francia, infatti, gli scioperi e le battaglie nelle piazze vanno avanti ormai da tre mesi. Si sono svolte moltissime manifestazioni contro la riforma delle pensioni che vuole portare da 62 a 64 anni l’età minima per lasciare il lavoro. Molte persone, trovandosi in disaccordo con questa decisione, hanno voluto manifestare, attuando proteste e scioperi in tutto lo Stato.
Nell’ultimo periodo sono state stimate circa 240 manifestazioni organizzate su tutto il territorio, che, che per comunicare il forte disappunto del popolo verso questa riforma, hanno comportato vari disagi nei diversi settori, come quello dei trasporti, della sanità e della raccolta rifiuti, infatti le strade di Parigi, per molti giorni si sono ritrovate invase dalla spazzatura, a causa dello sciopero del personale addetto. Si è stimato che il numero dei protestanti durante le varie manifestazioni si aggiri sempre tra i 500.000 e i 900.000, di cui circa 70.000 solo nella capitale. Per far fronte a questi numeri esorbitanti sono stati mobilitati 13.000 tra poliziotti e gendarmi, di cui 5.500 solo a Parigi, cercando di garantire la sicurezza, per quanto possibile. Tra le varie misure adottate, in particolare si è deciso di chiudere alla popolazione vari luoghi tra cui alcune stazioni e in particolare le mete turistiche simbolo di Parigi: prima Tour Eiffel, e poi Louvre. Sono stati inoltre cancellati moltissimi voli, creando un forte disagio alle persone che si sono trovate in situazioni difficili, non essendo, molto spesso, neanche aiutati dalle compagnie aeree a coprire le spese del forzato soggiorno prolungato e a trovare una sistemazione nell’attesa del nuovo volo disponibile.
Durante la nona giornata di mobilitazioni, il 23 marzo, è poi partita una manifestazione dalla Bastiglia, diretta fino all’Opéra Garnier. Pur essendo inizialmente una manifestazione tranquilla e pacifica, lungo il percorso, e dopo la fine ufficiale della manifestazione, circa un centinaio di manifestanti, indossando abiti neri, passamontagna, caschi ed altri oggetti utilizzati sia per proteggere il viso che per nasconderlo, hanno attaccato un fast food, spaccato le vetrine di una banca e di un piccolo supermercato, distruggendo panchine e pensiline, bruciando cassonetti e compiendo altri atti di vandalismo. I passanti e i turisti nelle vicinanze, si sono così ritrovati, loro malgrado, costretti a dover fuggire il più rapidamente possibile, spinti anche dalla paura, scatenata dai comportamenti violenti di questi manifestanti. Durante la fuga i poliziotti sono accorsi nella zona nella speranza di riuscire a individuare i colpevoli, i quali però erano già scappati, e di calmare il tumulto generale, dovendo lanciare lacrimogeni sulla piazza. Le manifestazioni, nate originariamente con lo scopo di protestare contro una riforma ritenuta ingiusta dalla popolazione, si sono trasformate in breve tempo in un movimento di pensiero che rivendica il diritto di godere di più tempo libero anche in vecchiaia, senza dover passare la vita intera lavorando. Nonostante la libertà di manifestazione sia un diritto fondamentale dell’uomo, la messa in atto di questo diritto non deve danneggiare altre persone, ma deve essere espresso nel rispetto della sicurezza altrui, e queste proteste e manifestazioni, per quanto legittime, si stanno facendo sempre più aggressive e stanno mettendo a rischio, delle volte, la sicurezza degli altri cittadini.

Giulia 3D

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