Con il Natale che si avvicina e le città che si riempiono di luminarie, in questo periodo già si inizia a respirare aria di festa. Il Black Friday si sviluppa così sull’onda dello shopping pre-natalizio, offrendo una grande quantità di prodotti a prezzi stracciati. Il termine, però, non ha sempre avuto un significato positivo: l’espressione infatti nacque negli Stati Uniti per indicare giornate catastrofiche (ad esempio il crollo della borsa di Wall Street del 1869). Per questo motivo venne associato negli anni ‘60 alla folla che, nel periodo pre-natalizio, invadeva le strade di Philadelphia, creando non pochi disagi alla città e alle forze dell’ordine.  

Tuttavia, la ricorrenza al giorno d’oggi ha assunto un significato meno nefasto. Questo è dovuto ad un’intensa operazione di rebranding intrapresa nei decenni dalle aziende: la definizione che attualmente viene preferita è che il nome provenga dal colore nero della penna, utilizzato dai commerciati per scrivere i guadagni (in contrapposizione al rosso per segnare le perdite). La nozione, per quanto vera, è sicuramente un cambio di rotta rispetto alla reale origine del termine. 

Ciò, però, rispecchia lo spirito della giornata, cioè una festività nata effettivamente a vantaggio dei commercianti americani. Secondo Adobe Analytics, durante il Black Friday 2022 negli Stati Uniti solo l’industria dello shopping online ha toccato il valore record di 9.12 miliardi di dollari. In generale il periodo natalizio è un momento estremamente importante per le multinazionali, le quali fanno a gara a chi fa più sconti o propone le migliori offerte da impacchettare. Così come è un campo di battaglia tra imprese a suon di marketing, anche nella popolazione la competizione non è da poco: non è raro, per molti milioni di Americani, alzarsi prima dell’alba per mettersi in fila davanti a grandi negozi come Walmart o Target. Purtroppo è altrettanto comune che scoppino litigi e risse per accaparrarsi le offerte migliori. Come testimonia un articolo del New York Post, vi è notizia di almeno 17 morti e 109 feriti a causa dei disordini da Black Friday.

Ma i danni causati del Venerdì Nero non si limitano a questo: in questa giornata, la quantità di inquinamento emessa in tutto il mondo è pari a 429 000 tonnellate di Co2 (equivalenti all’incirca di 435 voli Londra-New York andata e ritorno), per non parlare di sfruttamento della manodopera e sprechi che sono ormai la norma nel periodo festivo. 

Ma perché allora quest’isteria da Black Friday? Alla base vi sono ragioni legate alla storia e cultura di ogni paese, nel caso degli Stati Uniti collegabili all’ideale del “sogno americano”. In generale questo bisogno di comprare spesso e in gran quantità è legato al consumismo, un modello economico e sociale nato nel XVII secolo, ma che si è affermato soprattutto a seguito della seconda rivoluzione industriale. In particolare, i media del nuovo secolo giocano il ruolo fondamentale di “amplificatore” delle mode: tra sponsorizzazioni e microtrends, non fanno che aumentare esponenzialmente la diffusione e gli effetti di una festività, seppur così nuova, decisamente influente nel panorama sociale ed economico a livello globale.

Ludovica IV SINT

 

Leave a Comment

Your email address will not be published.