Siamo stati tutti adolescenti. E’ qualcosa che spesso gli adulti dimenticano, quando criticano i più giovani per quel caratteristico piglio ribelle che tanto detestano: sono stati adolescenti anche loro, un tempo.  Ma cosa significa essere adolescente? La Treccani ci suggerisce: “Che è nell’età dell’adolescenza […] giovanile, tenero, immaturo”. Soffermiamoci in particolare su quest’ultimo aggettivo: immaturo. L’immaturità degli adolescenti deriva dalla loro situazione di stallo: trovarsi a metà tra l’infanzia e l’età adulta può infatti risultare confusionario e motivo di forte stress per gli adolescenti. Ma non si tratta solo di un conflitto interno; anche a livello fisico i ragazzi sono messi a dura prova. Non possiamo dimenticare che il cambiamento nel loro atteggiamento è speculare a quanto avviene nel loro corpo a livello ormonale e cerebrale. E’ infatti in quest’età che si sviluppa la corteccia prefrontale, un’area del cervello che si occupa di inventare nuove idee, comprendere più a fondo il mondo circostante e sviluppare pensieri individualistici. I giovani non possono dunque essere biasimati per la loro continua ricerca d’indipendenza. E’ proprio su questa ricerca che, secondo Emanuela Confalonieri e Ilaria Grazzani, professoresse di psicologia dello sviluppo e dell’educazione, si basa la famigerata ribellione adolescenziale. L’adolescente vuole sentirsi indipendente, vuole lasciare il nido per vedere il mondo con i propri occhi, e per questo tende a distaccarsi dalla famiglia, pur non mettendo tuttavia in dubbio i suoi valori morali fondamentali. Non è un caso se i principali motivi di litigio tra adolescenti e genitori sono futili: i giovani, spesso anche inconsapevolmente, rifiutano di obbedire unicamente per dimostrare ai genitori di essere diversi da loro, di non essere più bambini, di essere in grado di trovare la loro strada da soli. Talvolta questa nuova visione della vita sfocia in un’indipendenza dettata dal desiderio di scoprire da soli com’è fatto il mondo, specialmente se non è stata lasciata loro molto libertà da bambini. Gli adolescenti tastano dunque i confini, violano regole e coprifuochi solo per il gusto di sapere cosa succede, per imparare sulla loro pelle quali sono davvero le conseguenze. E non possiamo dimenticare ovviamente il cambiamento nei rapporti sociali che avviene nell’età adolescenziale: la pressione da parte dei propri coetanei e il timore di sentirsi inadeguati potrebbe spingerli ad allontanarsi dalla propria famiglia e a seguire uno stile di vita malsano. Potrebbero dunque provare droghe, fumo, alcool, che oltre ad avere un impatto importante sulla loro salute fisica, influenza negativamente anche la loro psiche. La pressione sociale di tentare qualcosa che è sempre stato insegnato loro di non fare, potrebbe infatti sfociare in profondi sensi di colpa e rabbia, e dunque in un’ancora più violenta ribellione.

Immaginate due ragazzi. Nati nello stesso anno, nella stessa città, cresciuti da una famiglia benestante della stessa etnia e senza alcun problema di salute. Immaginate Luca e Anna, due ragazzi con un’infanzia e un’adolescenza uguale in tutto e per tutto; l’unica differenza tra la nostra coppia di giovani sta nei loro genitori. Quelli di Luca sono infatti severi e iperprotettivi. A Luca non è mai stato permesso di commettere i suoi errori e di imparare da essi; ad ogni sbaglio, invece, è stato punito severamente. Quelli di Anna, sono genitori che lei forse definirebbe severi, ma poi ci riderebbe su, pensando a quanto in realtà la lascino libera. Ad Anna è stato permesso di sbagliare, ed ha potuto imparare dai suoi errori; le punizioni non mancano, ma mai troppo severe o troppo frequenti.  Chi trasgredirà più le regole, nel corso della propria adolescenza? Luca o Anna?

E’ questa la domanda a cui cercheremo di rispondere oggi. Per aiutarci, ci forniremo di due questionari uguali in tutto e per tutto, con stesse domande e stesse opzioni di risposta. L’unica differenza sarà nei campioni scelti; dieci per ogni questionario, i primi rappresenteranno Luca, i secondi, Anna.  La prima domanda del questionario è: “Ti capita spesso di essere irascibile con i tuoi genitori?”. Notiamo nei nostri due gruppi delle risposte molto simili: nel gruppo di Luca, a rispondere “Sì, molto spesso” sono in sette, in quello di Anna, otto. Troviamo risposte molto simili anche nei motivi dei litigi con i propri genitori; in particolare, un tema ricorrente sembra essere quello del brutto carattere dei ragazzi. Da cosa proviene la famigerata scontrosità degli adolescenti? C’è chi parla di stress e conflitti interni; ma anche a livello fisico, i ragazzi sono messi a dura prova. Non possiamo dimenticare che il cambiamento nel loro atteggiamento è speculare a quanto avviene nel loro corpo a livello ormonale e cerebrale. E’ infatti in quest’età che si sviluppa la corteccia prefrontale, un’area del cervello già citata precedentemente. Tra gli altri motivi delle discussioni con i genitori, troviamo: le faccende domestiche, la scuola, incomprensioni, intrusività, attività extrascolastiche e perfino discussioni con fratelli o sorelle più piccoli. Il tema comune sembra essere quello della futilità delle discussioni tra i nostri campioni e i loro genitori. Questa indipendenza, tuttavia, sfocia in due sentimenti molto diversi in Luca e in Anna. Anna, che ha sempre avuto modo di fare le sue esperienze e imparare che ogni azione ha una conseguenza, tenderà a disobbedire molto meno rispetto a Luca. Luca d’altro canto, che da piccolo non ha avuto abbastanza spazio per scoprire da solo com’è fatto il mondo, sentirà il bisogno di farlo adesso. Trasgredirà dunque alle regole imposte dalla propria famiglia, solo per sentire sulla propria pelle quali siano le reali conseguenze. Luca avrà inoltre molte più probabilità di provare alcool, fumo e droga, e il distacco sempre più profondo tra il comportamento che gli è sempre stato detto di assumere e quello che assume ora provocheranno in lui un profondo stress.

Come sfogherà questo stress? Secondo il nostro questionario, tra i ragazzi con i genitori severi, otto tendono a tenere tutto dentro, invece di parlare e discutere con i propri genitori; al contrario, sette di quelli con genitori poco severi tendono a esternare la loro rabbia. Ma se gli adolescenti che rappresentano Luca non sfogano lo stress verso la loro famiglia, allora come se ne liberano? Troviamo la risposta in una domanda successiva: “Ti capita spesso di essere irascibile con i tuoi amici?”. I ragazzi con genitori severi litigano con i propri coetanei quasi il doppio rispetto a quelli con genitori poco severi. Tra le cause da loro menzionate troviamo: fastidio, nervosismo, fraintendimenti e per l’appunto rabbia repressa. I litigi con i propri genitori possono evocare negli adolescenti anche profondi sensi di colpa. Troviamo degna di nota la differenza tra ragazzi con genitori severi e quelli con genitori meno severi su questo punto in particolare: nove dei primi affermano di non sentirsi in colpa dopo aver discusso con i genitori, contro i quattro dei secondi. I sette ragazzi che si sentono in colpa tra i venti totali affermano che, anche sentendosi in colpa, non ammettono con la loro famiglia i propri errori, né tentano di chiedere scusa. Il più maturo rimugina su come rimediare, mentre gli altri sei si chiudono in camera, sentono la musica, si distraggono. L’atteggiamento che assumono con i propri genitori dopo le liti è perfino più interessante: nonostante si sentano in colpa, non tentano di rimediare; al contrario, ignorano la propria famiglia o ci discutono nuovamente. Secondo Gustavo Pietropolli Charmet, uno dei più importanti psicoterapeuti e psicologi italiani, il motivo è semplice. Quando l’adolescente assume un comportamento che riconosce essere sbagliato ma è troppo orgoglioso per scusarsi, nasce in lui un desiderio di autopunizione. Questo desiderio sfocia in una ribellione ancora più marcata: spesso inconsapevolmente, il ragazzo tenta tramite comportamenti sempre più scorretti di attirare l’attenzione dei genitori, per costringerli a prenderlo in considerazione. A quel punto, potrà ricevere la punizione che sente di meritare.

Ora possiamo dunque rispondere alla nostra domanda iniziale: chi trasgredirà più spesso alle regole nel corso della propria adolescenza, Anna o Luca? La risposta è ovvia: Luca, che trova nella sua ribellione un modo per sfogare tutte le emozioni che reprime da quando era bambino. La ribellione di Luca sarà quindi dettata da stress e problemi nella gestione della rabbia, che tenderà a sfogare sui propri coetanei. Quella di Anna sarà invece più sana, e le permetterà, col tempo, di imparare dai propri errori per maturare e crescere. L’adolescenza è uno dei periodi più delicati e complicati della vita. Invece di criticare i ragazzi per il loro bisogno d’indipendenza, è importante ascoltarli e permettere loro di scoprire il mondo e loro stessi; affinché possano, come Anna, sviluppare la loro personalità, senza lasciarsi vincere da frustrazione o rabbia.

 

Francesca II SINT

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