Il cortometraggio The Bowling Conversation inizia in un parcheggio di un bowling, un luogo talmente effimero che a primo impatto nessuno potrebbe mai immaginare i segreti in esso nascosti. In questo luogo semplice e spoglio, quasi sterile agli occhi di chi lo guarda, i ragazzi hanno deciso di aprirsi, di urlare i loro problemi e segreti. 

Questo documentario espone in maniera leggera e in parte anche ironica tutte le insicurezze che i ragazzi vivono mentre affrontano quelli che, come dice Valentina nel cortometraggio, “dovrebbero essere gli anni più belli della loro vita”, dubbi che non sempre riescono a esternare, paure ancora celate per un futuro ignoto. 

Spesso diviene faticoso aprirsi a quegli stessi adulti che tutti i giorni ci ripetono: “Beato te che sei giovane e non hai preoccupazioni”. Sono proprio le affermazioni di questo tipo che ci fanno ribollire il sangue; forse è vero che non dobbiamo preoccuparci delle scadenze, dei figli e della casa, ma nonostante ciò ogni attimo della nostra vita si riempie di dubbi e insicurezze: ogni istante siamo chiamati a fare delle scelte che determinano inesorabilmente il nostro futuro. Questo avviene poiché, come detto anche nel cortometraggio, “la società ti impone di decidere un progetto fattibile per il tuo futuro”, quando in realtà l’unica cosa che vorremmo sentirci dire da un adulto è: “non chiudere i tuoi sogni nel cassetto, non rinunciare ai tuoi progetti!”.

Alla fine tutti ci sentiamo un po’ dei “pesci palla”, come si definiscono i ragazzi che hanno partecipato al film, ovvero esterni a quello che ci circonda, quasi delle comparse all’interno della nostra stessa società; l’importante è non abbattersi. Spesso la paura di fallire è talmente tanto forte che si decide direttamente di non esporsi per non soffrire, di rimanere nella penombra della nostra camera pieni di rimpianti, ma almeno al sicuro. E così, senza neanche rendercene conto, siamo diventati noi stessi l’ostacolo del nostro percorso, lasciando che i nostri sogni svaniscano per dare spazio alla monotona e prudente normalità. 

Questo cortometraggio è un invito a tentare, a sperare, ad andare avanti perché la vita è questo: è delusione per non essere riusciti, è affrontare con coraggio gli ostacoli, è gioia per le piccole cose. 

Vorrei ripetere a tutti i ragazzi di non preoccuparsi di un’insufficienza, di un’amicizia finita o di un amore andato male, tutto con il tempo passa, quello che conta è perseguire i propri obiettivi, lottare per ciò in cui si crede e rialzarsi quando si cade, solo così facendo potremmo dire di aver vissuto una vita priva rimpianti.

Elisa 4F

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