Vladimir Putin si presenta attualmente come il leader politico più discusso (e probabilmente criticato) al mondo. Ma cosa sappiamo veramente di lui? E quali sono le ideologie politiche e sociali che lo contraddistinguono? Con questo articolo è nostra intenzione provare a fare chiarezza su una figura tanto complessa quanto misteriosa: quella dell’uomo più potente della Federazione Russa.

Giovinezza:

Vladimir nasce a Leningrado (attuale San Pietroburgo) nel 1952. Di origini modeste, la madre è operaia e il padre sommergibilista per la marina militare sovietica. Gran parte delle informazioni che abbiamo sulla sua infanzia provengono da Putin stesso, in particolare dalla sua autobiografia “In prima persona”, scritta in occasione della sua candidatura a presidente nel 2000. Egli descrive se stesso come un bambino gracile e spesso vittima di bullismo: questo, secondo l’uomo, avrebbe fatto nascere in lui una propensione per le arti marziali, in particolare il judo e il sambo, disciplina sovietica nata negli anni ‘20.

Le risse per strada rappresentavano la quotidianità del giovane Vladimir, tanto che una delle sue citazioni più conosciute è «La strada a Leningrado, cinquant’anni fa, mi ha insegnato una lezione: se la rissa è inevitabile, colpisci per primo».

I suoi primi contatti con la politica provengono sia dal padre, fervente comunista, sia dal suo libro preferito, chiamato “Lo Scudo e la Spada”. Questo romanzo, caratterizzato da una glorificazione del KGB (i servizi segreti dell’Unione Sovietica), lo spingerà ad arruolarsi nel 1975, dopo aver conseguito la laurea in Giurisprudenza.

 

Ascesa al Potere:

Putin, animato da una forte ambizione, riesce velocemente a raggiungere la carica di colonnello. Tuttavia la sua aspirazione è diventare una spia, progetto che si realizza nel suo primo e unico incarico come informatore della Stasi nella Germania dell’Est.

Eppure pochi mesi dopo la sua assunzione, Vladimir vede crollare di fronte a sé la causa in cui fino ad allora aveva creduto: la caduta del Muro di Berlino e la dissoluzione dell’URSS di inizio anni ‘90 causano così le sue dimissioni e hanno il risultato di riportarlo a San Pietroburgo.

Lì intraprende seriamente la carriera politica, divenendo presto il braccio destro del sindaco, suo ex professore universitario. Dotato di una larga rete di contatti, fin da subito si fa strada ottenendo il favore degli oligarchi e imprenditori, aiutando sottobanco la creazione di monopoli e riciclaggi di denaro illegali. Trasferitosi a Mosca nel 1997, nello stesso anno Putin entra nelle grazie di Boris Yeltsin, primo presidente della Federazione Russa e particolarmente impopolare tra la popolazione. Da quest’ultimo viene presto appuntato come Primo Ministro (che in Russia coincide con il capo del potere legislativo) nel 1999.

Nonostante a quel tempo non fosse particolarmente conosciuto dalle masse, tramite un’efficace propaganda e la sua dura risposta militare contro i ribelli della Cecenia, Putin vede una notevole crescita di consensi: ciò gli permetterà, poco dopo, di vincere le elezioni presidenziali del 2000 con il 52% dei consensi.

 

Ideologia e Controversie:

Putin si trova attualmente alla sua quarta candidatura non consecutiva, iniziata nel 2018. Dal 2008 al 2012, impossibilitato dalla costituzione a ricandidarsi, gli è succeduto Dmitrij Medvedev, suo fedelissimo compagno di partito. Mai veramente uscito dalla scena russa, durante quei quattro anni Putin ha ricoperto nuovamente la carica di Primo ministro, mantenendo un ruolo centrale nella politica nazionale. Il partito a cui aderisce dal 2001, chiamato Russia Unita, presenta una linea di partito autodefinitasi “conservazionismo russo”, con caratteri sia liberali che statalisti. Tra le altre caratteristiche che contraddistinguono il gruppo e la politica di Putin inoltre vi è un forte nazionalismo, autoritarismo ed euroscetticismo.

Gran parte degli scandali in cui il presidente è stato coinvolto sono stati causati, non a caso, dal suo forte rifiuto delle opposizioni, che siano esse di natura politica o economica. Per dare un’idea della sua influenza, nel 2003 fece arrestare (secondo gli analisti per moventi politici) Mikhail Khodorkovsky, oligarca e uomo più ricco della Russia. Tra le altre persecuzioni di natura politica vi troviamo la vicenda della giornalista Anna Politkovskaja e, più recentemente, quella del leader democratico Aleksej Navalnyj.

Numerosi sono gli arresti e presunti omicidi di dissidenti sotto il governo di Putin, il quale è inoltre accusato di aver tentato di instaurare un vero e proprio culto della personalità tramite la gestione della televisione e dei media nazionali. Numerose sono anche le accuse di corruzione, sia all’interno che all’esterno dello stato: da sempre nel mirino dell’intelligence americana, sembrano esserci certezze sul suo coinvolgimento nell’elezione di Donald Trump del 2016.

L’ultimo sgarro, l’invasione dell’Ucraina, non è che l’ennesima manifestazione della sua politica militarmente aggressiva, già avvisata dall’annessione di alcune zone della Georgia (per la quale la Russia è stata già ampiamente sanzionata).

Viene da chiedersi se esista un argine in grado di contenere la totalizzante ambizione di un uomo come Vladimir Putin. Un’ambizione che, oggi più che mai, risulta tempesta. “La storia la scrivono i vincitori”, non si dice forse così? E allora guardiamo con attenzione mentre la storia, sui giornali e nelle piazze, ci scorre davanti agli occhi

 

Ludovica III SINT