di Alessandro Z. (classe 1^E)

 Gli Hittiti, i primi bioterroristi della storia

Gli Hittiti sono considerati i pionieri del bioterrorismo, in quanto si pensa che furono i primi ad utilizzare i montoni infetti, come armi letali.

Al confine tra Libano e Siria, nella città di Simyra, iniziò a diffondersi la tularemia,  una malattia febbrile molto pericolosa che, ancora oggi, se non curata correttamente, causa la morte nel 15% dei casi.

Quando gli Hittiti saccheggiarono Simytra presero anche questi animali infetti, li  mangiarono e subito la malattia, attorno al 1335 a.c, cominciò a diffondersi nell’impero. Probabilmente la Piaga Hittita di cui si parla in molte scritture dell’epoca si riferisce proprio a questo evento.

Durante questa piaga gli Hittiti iniziarono a subire gli attacchi della vicina città di Arzawa. In quel momento si cominciò a notare, nella stessa Arzawa, la presenza di montoni, ma nessuno si spiegava da dove arrivassero. Anche gli abitanti di Arzawa li mangiarono e subito la tularemia si comiciò a diffondere così tanto che l’attacco che questi avevano previsto contro gli Hittiti fallì.

Questi ultimi dovevano aver infettato dei montoni con la malattia per poi mandarli in territorio nemico, ma che sia stata una vera e propria tattica è una leggenda non ancora supportata da certezze. 

Il più antico emoji della storia ritrovato su un vaso Hittita

Nell’antica città Hittita, Karkemish, gli archeologi hanno ritrovato un vaso con su impressa  una faccina sorridente  che somiglia molto alle emoticon che oggi sono molto diffuse sui nostri social.

Oltre al vaso sono stati trovati anche fregi bassorilievi e moltissimi altri elementi artistici che potrebbero fare un po’ più di luce sull’arte figurativa di un popolo guerriero che fino al XX secolo era solo una leggenda.

Gli Hittiti, infatti, sono  conosciuti più per la loro passione per la guerra, e meno per l’arte.

Questo popolo, scomparso così misteriosamente, ha attirato nel XX secolo l’attenzione di molti studiosi e curiosi, perfino Lawrence D’Arabia, il generale inglese che durante la Prima Guerra Mondiale guidò i popoli arabi contro l’Impero Turco Ottomano, s’interessò dei primi “abbozzi” di scavi archeologici presso la città di Karkemish.