“Vita di Galileo” è un opera di Brecht che ha visto susseguirsi, nel corso della sua storia, tre diverse edizioni, rappresentanti ciascuna un periodo storico. La prima edizione nel 1938 (periodo nazista), la seconda nel 1945 (introduzione armi nucleari) e la terza nel 1956 (guerra fredda). Il momento storico in cui Brecht scrive l’opera è un elemento fondamentale per comprendere il vero significato che Brecht vuole dare all’intero sistema della “Vita di Galileo”. Attraverso una profonda analisi infatti, si riscontrano molte analogie tra il periodo storico in cui Brecht scrive l’opera e il periodo in cui è ambientata la trama dell’opera. Ad esempio, il Santo Uffizio che perseguita Galileo, si rispecchia nel regime nazista in Germania che costringe Brecht a scappare in Danimarca. Un’altra analogia è il progresso scientifico che fa da padrone: l’epoca di Galileo con tutte le sue scoperte e il periodo della stesura dell’opera con la scoperta della fissione nucleare e i conseguenti sviluppi. A questo punto potremmo porci una domanda:” Conoscendo le analogie tra i vari periodi storici, qual è il vero significato della figura di Galileo nel confronto tra passato e presente?”. L’intento di Brecht potrebbe esser stato quello di sfatare il mito dell’uomo storico. Si è abituati infatti a studiare i grandi uomini che hanno fatto la storia per le loro azioni, considerandoli molto spesso come persone perfette, imperturbabili. Brecht ci mostra quindi come anche dietro i più grandi geni si nascondano persone comuni, con vizi e virtù. L’autore nel corso dell’opera dà spazio a ogni più piccola sfumatura del carattere di Galilei, anche le più negative. Anzi, si potrebbe dire che sono proprio le sfumature negative ad essere maggiormente evidenziate; probabilmente per umanizzare ancora di più la figura di Galileo. E quindi ci viene presentato un Galileo irascibile, testardo, goloso e anche egocentrico. 

Il tema principale dell’opera è la scienza; infatti la trama si incentra sulla figura di Galileo che interpreta apparentemente il difensore delle scienza libera. A primo impatto si potrebbe quindi pensare che con quest’opera Brecht voglia incentrare il suo messaggio sul supportare, celebrare una scienza che deve essere libera. Verso metà opera però, quando le scoperte di Galileo vengono prese sotto mira dalla Santa Inquisizione, il messaggio di una scienza libera da ogni censura si sbiadisce, con l’assoluta libertà che lascia spazio al dubbio. Il dubbio: un termine paradossale se affiancato alla scienza, ma che esprime perfettamente lo stato d’animo di Brecht. Brecht il quale apparentemente sembra descrivere in maniera distaccata la situazione che vive Galileo, ma che in realtà vive e soffre sulla sua pelle. In una scena Galileo afferma che la scienza deve essere uno strumento che dovrebbe accompagnare l’uomo lungo tutta la sua vita, in modo da farlo crescere come persona ma anche come cittadino. La scienza dovrebbe essere un tema che unisce gli uomini, e non il mezzo che corrompe il proprio animo. E queste sono parole scritte ma che, leggendole, si può facilmente immaginare che fuoriescano dalla bocca di Brecht. Brecht è uno studioso, un uomo di teatro; ma prima di tutto un uomo. Un uomo che ha paura del futuro incerto, un uomo che si pone il dubbio di come la scienza venga utilizzata, un uomo il quale ha paura che la scienza, uno strumento che ha fatto evolvere conoscitivamente e umanamente l’umanità, possa essere la stessa a distruggerla. E forse, analizzando la situazione di oggi, il dubbio di Brecht è un dubbio che dovrebbe turbare tutti noi. 

Con questa breve performance teatrale che si terrà il 7 giugno al’interno del Volterra Atelier noi vogliamo innanzitutto celebrare il genio teatrale di Brecht, che purtroppo non viene divulgato nelle scuole di oggi quanto dovrebbe. Vogliamo inoltre portare sul palco di questo piccolo teatro un tema sicuramente caro a voi quanto a noi: la scienza. Cercheremo quindi di farvi percepire la scienza sotto un’altra chiave, che non riguarda le varie formule chimiche o i

libri di testo, ma che invece influisce su di noi ogni giorno. Prima di iniziare vogliamo porvi un quesito al quale risponderete (se volete) alla fine dell’esibizione, e cioè:”Per voi è giusta una scienza libera da ogni regola? Oppure sarebbe meglio che fosse controllata per garantire la fragile stabilità in cui viviamo oggi?” 

S. PROVENZANO 4SD 

Il teatro di Brecht è definito epico perché non mira al coinvolgimento emotivo del pubblico, ma sollecita prese di posizione nei confronti dei valori e delle ideologie del testo che viene rappresentato. La funzione di questo teatro è pertanto didattica e, prendendo come modello le tecniche più svariate (da quelle classiche a quelle tipiche della cultura orientale), si rivolge all’intelligenza degli spettatori anziché ai loro sentimenti. Brecht, prolifico e finissimo drammaturgo che ha fatto della critica sociale il suo tratto distintivo, scrive la sua opera durante l’ascesa del Nazismo: quando in Germania ogni aspetto della vita quotidiana e socio-culturale è controllato dal regime. L’opera di Galileo, quella di cui parla Brecht, rappresenta gli anni più importanti della vita dello scienziato, ovvero il periodo dei suoi studi, dai quali deriverà la stesura della massima opera: “Il dialogo sopra i due massimi sistemi”, che verrà poi classificata come eretica e porterà dunque Galileo alla condanna da parte dell’Inquisizione. 

N. SPADONI 4SD 

Il libro si sofferma molto sulla contrapposizione tra ragione e fede sottolineando come queste ultime impongono la loro versione di verità. Galileo, dalla parte della ragione, combatte contro la Chiesa nel tentativo di eliminare le convenzioni del tempo sulla natura del cosmo. La Chiesa che viene descritta in questa opera ha il solo obiettivo di concentrare il suo potere influenzando le menti del popolo tramite vecchi testi sacri nonostante le scoperte più recenti nell’ambito dell’ astronomia. 

Un’altra problematica che Galileo incontra nel provare a diffondere le sue teorie è rappresentata dalla società stessa in quanto essa ripone la sua fiducia solo nella fede tralasciando la ragione definendola “origine di incertezze”. Il popolo si trova più disposto a credere alla Chiesa in quanto le dottrine di quest’ultima danno un grande scopo alla vita delle persone. Questa condizione si nota in particolare nella scena ottava attraverso il dialogo tra Galileo e Fulgenzio, un fisico che crede alle scoperte dello scienziato me è contro la loro pubblicazione: egli è convinto che le persone rimarrebbero sconcertate dallo scoprire che l’uomo non è il centro della creazione e della vita; teme che esse dopo la rivelazione non trovino più un vero motivo per continuare ad esistere. Ovviamente Galileo non è d’accordo e crede che tutti debbano sapere qual è la verità oggettiva. 

Nonostante le sue forti convinzioni, anche il personaggio di Galileo è messo in difficoltà e viene costretto a prendere decisioni che non rispecchiano la sua persona: afferma di aver paura del dolore fisico, per questo trascorre molti anni in silenzio, per non essere ricattato. Così vivrà i suoi ultimi anni di vita in una villa, prigioniero dell’Inquisizione a causa dei suoi studi. Le sue scoperte verranno diffuse solo dopo, oltrepassando persino i confini dell’Italia. 

M. BIANCHINI 4SD