Una Guerra Lontana ma Vicina

 

La Guerra tra Ucraina e Russia si protrae ormai da febbraio. Questa situazione ha messo a soqquadro l’Europa e non sembra voler diminuire il tono. la preoccupazione maggiore di tutti è l’olocausto nucleare, ma ci sono dei problemi altrettanto importanti che vengono messi in secondo piano.

 

Impatto ambientale della guerra

Per quanto gli orrori che sono quotidianamente riguardo alla guerra possano spaventare, la Terra prova dolori maggiori. Certamente risente delle avversità e della perdita di uomini, ma il cambiamento climatico non si cura delle dispute umane; va avanti indisturbato anche nei tempi peggiori, e anzi, la guerra contribuisce al suo corso. Mario Messina afferma: “Secondo Kiev, le emissioni climalteranti direttamente collegate alla guerra russa in Ucraina corrispondono a 31 Megatoni di CO2 equivalente. Per intenderci, è come se la Svezia avesse raddoppiato improvvisamente le sue emissioni di CO2 annue nel giro di pochi mesi.” Purtroppo, le emissioni non sono l’unico problema. Anche la deforestazione e la devastazione dei paesaggi dovute ai bombardamenti sono un grande freno alla sostenibilità; ci vorranno decenni prima che l’ecosistema torni alla normalità. Neanche le zone industriali si sono salvate: i numerosi attacchi a centrali nucleari e ad impianti chimici hanno fatto sì che le sostanze nocive contenute in questi venissero rilasciate nel suolo e nell’atmosfera, inquinandoli pesantemente. Per non parlare poi della distruzione di campi di grano (uno dei maggiori prodotti esportati dall’economia ucraina); dell’inquinamento del Mar Nero e del bombardamento delle navi commerciali; dei combattimenti presso Kherson che hanno incendiato ettari della Riserva della Biosfera del Mar Nero (così grandi da essere visibili dallo spazio!). 

Insomma, i danni ambientali sono grandi e profondi, e di sicuro attanaglieranno i pensieri di molti umani, una volta finita la guerra. Ma ci sono anche altre problematiche. 

 

Effetti della guerra sull’economia europea

Dall’inizio della guerra in tutta Europa vi è stato un innalzamento dei prezzi su prodotti alimentari, in quanto la Russia e l’Ucraina sono i primi produttori di grano e orzo, e sul gas. Molte piccole imprese temono l’arrivo delle bollette, altre già prevedono di fallire. Bruxelles ha tagliato le previsioni di crescita economica dal 4 al 2,7% per quest’anno e dal 2,8 al 2,3 per il prossimo. L’inflazione, stimata al 3,9% solo pochi mesi fa, dovrebbe ora attestarsi intorno al 6,8%. I capi di stato europei stanno cercando modi per ridurre la nostra dipendenza dalla Russia attraverso la diversificazione degli approvvigionamenti, acquistando il gas naturale liquefatto (GNL) da fornitori come gli Stati Uniti, il Qatar, la Norvegia e i produttori africani, e l’utilizzo di energie rinnovabili. 

 

L’Italia

Durante l’inizio della guerra il ministro Lorenzo Guerini aveva firmato il documento programmatico triennale per il 2022-25 in cui è previsto l’acquisto di nuovi armamenti per un totale di 18 miliardi, contro i 16,8 dello scorso anno. Il PIL del paese si ferma al 2,5% e l’inflazione sale e si stima che a dicembre raggiungerà il 6,3%. Non contando l’aumento vertiginoso delle bollette del gas e gli aiuti dell’Italia all’Ucraina, sia in ambito bellico-finanziario sia in ambito umanitario, contiamo cifre che arrivano anche a 500 milioni di euro.

La guerra Russo-Ucraina anche se a chilometri di distanza da noi è più vicina di quanto pensiamo. E’ con noi quando paghiamo le bollette, quando facciamo la spesa, quando scegliamo se accendere o no i riscaldamenti.

 

Che cosa ci insegna tutto questo?

La guerra, che non avviene soltanto in Ucraina, lascia tanti pensieri ed emozioni, a volte confusionari. Quello che ci sta insegnando adesso, tuttavia, è che c’è un maggiore bisogno di indipendenza. Indipendenza dalla violenza, perché tutte le discordie possono essere risolte con la diplomazia e non sacrificando vite. Indipendenza dalle materie prime, o perlomeno dall’energia, perché un potere economico grande come quello della Russia può mettere alle strette paesi del continente più potente, l’Europa. Indipendenza da fonti di energia non sostenibili, perché, pur conoscendo i rischi, stiamo inquinando sempre di più l’ambiente. La libertà che dobbiamo conquistare non è solo sociale o economica, è anche ambientale: decidendo di non inquinare il pianeta e prendendocene cura, siamo liberi anche noi dalle conseguenze negative e possiamo vivere in armonia. 

 

ELEONORA 2C

DANIELE 5B

 

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